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Wollemia nobilis W.G.Jones, K.D.Hill & J.M.Allen

WOLLEMIA NOBILIS

Famiglia Auracariaceae

Un incontro inaspettato

Questa specie è stata scoperta nel 1994 nelle Blue Mountains, 150 km a nord di Sydney in Australia. Precedentemente era nota solo nei registri fossili e risale al tempo dei dinosauri. In natura sono noti meno di 100 individui in quattro località.

Nel 2024 il Giardino Botanico di Sydney ha lanciato il Wollemi Metacollection Programme, fornendo a 35 Orti Botanici a livello mondiale, tra cui il nostro, 6 individui geneticamente caratterizzati per coltivarli come riserva di sicurezza.

All’interno del parco

Origini geografiche

Wollemia nobilis è originaria dell’Australia, dove cresce in gole isolate del Wollemi National Park, nel Nuovo Galles del Sud.

Caratteristiche botaniche

Curiosità scientifiche/record

Wollemia nobilis appartiene alla famiglia delle Araucariaceae, ed è stata scoperta nel 1994 in una remota gola del Wollemi National Park, in Australia. Si pensava estinta da milioni di anni, poichè nota solo da fossili risalenti al Cretaceo. Questa conifera può superare i 40 metri d’altezza e presenta un'insolita corteccia bollosa. Con meno di 60 individui in natura, distribuiti in poche micro-località vicine e geneticamente simili, è una delle piante più rare al mondo. Per proteggerli dalle minacce esterne, la loro posizione è mantenuta segreta.

Ecologia e habitat

L’areale nativo di Wollemia nobilis è limitato al Nuovo Galles del Sud, nella zona del Benjang Gap. Cresce principalmente in climi subtropicali.

La specie si trova in natura in una serie remota di strette gole di arenaria dai lati scoscesi, situate circa 150 km a nord-ovest di Sydney, in Australia.

Curiosità

Aspetti storici

La scoperta di Wollemia nobilis avvenne il 10 settembre 1994, durante un'esplorazione condotta da David Noble, Michael Casteleyn e Tony Zimmerman nel Wollemi National Park, nell’ambito di una ricognizione sistematica di canyon poco noti. Noble, escursionista esperto con una solida base in botanica, notò alcuni alberi dall'aspetto insolito, in particolare per via della corteccia distintiva. Ritenendo che potessero appartenere a una specie non comune, raccolse alcuni campioni da sottoporre ad analisi. Dopo ulteriori indagini, si confermò che si trattava di una specie precedentemente conosciuta solo attraverso fossili. Nei mesi successivi, per tutelare la popolazione selvatica, la scoperta fu mantenuta riservata, e gli autori della segnalazione appresero l’effettiva rilevanza del ritrovamento solo tempo dopo. La specie venne infine denominata in onore di David Noble.

Curiosità etnobotaniche e usi alimentari

A dieci anni dall’inizio della conservazione ex situ di Wollemia nobilis, alcune talee radicate in eccedenza furono distribuite a coltivatori commerciali, propagate e vendute al pubblico. Questa strategia, atipica per una specie minacciata, fu adottata sia per rispondere all’interesse diffuso, sia per verificare se la disponibilità sul mercato potesse ridurre il rischio di raccolta illegale in natura. Uno studio basato su un sondaggio rivolto a oltre 1.500 coltivatori in 31 paesi ha mostrato che la pianta si adatta bene a climi temperati, con piogge distribuite durante l’anno, e predilige suoli argillosi ben drenati. I risultati suggeriscono che la specie può essere coltivata con successo in diverse aree del mondo, contribuendo potenzialmente alla sua conservazione.

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